Un tetto per A., 5 anni

Giorni di telefonate tutte uguali:
“Un minore di 5 anni per strada? Ci dispiace, è frustrante lo sappiamo, ma non possiamo fare nulla…”

A., 5 anni, e la sua mamma sono per strada da domenica 16 luglio e non sembrano esserci risposte.
Aiutaci a costruire insieme una soluzione. Ecco come puoi fare:

  • Aiutaci a trovare alla sua mamma un lavoro, donando loro indipendenza economica;

  • Nel frattempo, dona ora per dare una risposta concreta all’emergenza mentre li accompagniamo in un percorso di integrazione nel welfare a cui hanno diritto, per arrivare a costruirsi il futuro che cercavano e che possono avere qui:
    Intestatario: UVI
    IBAN: IT59U0326801603052770828400
    Causale: Emergenza abitativa

    Oppure con carta dalla sezione dona ora del nostro sito dona ora — UVI (unionevolontariperinfanzia.org)

    Basta davvero poco — è l’unione che fa la forza — perfino €2, come quello che la sua mamma guadagna all’ora.

Vuoi sapere come siamo arrivati qui? Ecco la loro storia.

A., 5 anni, e la sua mamma, per scappare da un padre violento e maltrattante — come raccontano le cicatrici sui loro corpi — e dalla povertà estrema del loro villaggio in Perù, sono arrivati a Milano alla ricerca di un futuro migliore.

Senza amici né una rete, non avevano un posto dove stare e per 10 mesi sono stati vittime di un affitto abusivo: hanno vissuto in un magazzino, insieme ad altri 34 connazionali, pagando €380 al mese.
In attesa del permesso di soggiorno, avendo fatto richiesta per asilo, alla sua mamma non restava che lavorare in nero: ha trovato lavoro come badante, a €2 all’ora per 2 ore al giorno e qualche notte. Ma con questa paga non riesce a risparmiare nulla: i soldi bastano a malapena per mangiare.

Qualche settimana fa, il magazzino viene sgomberato e A. e la sua mamma non sanno dove andare. La signora per cui la sua mamma fa la badante, si fa male e per qualche settimana ha bisogno di assistenza H24, così loro possono restare a dormire da lei.

Il 28 giugno arriva finalmente il permesso di soggiorno e la mamma di A. chiede di essere messa in regola, ma la risposta è negativa e perde il lavoro: hanno una settimana per trovare una sistemazione.

La mamma di A. chiede aiuto a UVI- Unione Volontari per l’Infanzia e l’Adolescenza: attiviamo immediatamente i canali consolidati con cui collaboriamo con successo solitamente:

Tentativo 1: I Servizi Sociali Territoriali, solitamente in prima linea, stavolta non possono prenderli in carico e tantomeno attivare il PIM - Pronto Intervento Minori, perché A. e la sua mamma non hanno ancora la residenza; hanno una richiesta di domicilio c/o Casa della Carità ma sono in attesa;
Tentativo 2: La responsabilità dei richiedenti asilo è della Prefettura, ma ci dicono non poter offrire altre soluzioni;
Tentativo 3: Il Comune di Milano, proprio conoscendo la difficoltà di gestione della Prefettura, crea LGNET, un progetto dedicato per l’accoglienza dei richiedenti asilo, ma ci sono 70 posti per tutta la Città Metropolitana e la lista d’attesa è già lunga;
Tentativo 4: scriviamo alle istituzioni, che per prime ci invitano a segnalare queste situazioni difficili, chiedendo il loro aiuto o che ci indichino altre strade.

Conclusione: A. e la sua mamma, come ci dicono essere molti altri come loro, restano in attesa che si liberi un posto in LGNET, un percorso comunque molto lungo e difficile (prima in un centro d’accoglienza solo per le notti, poi in una comunità con abitazioni in condivisione, infine in una soluzione di semi-autonomia) ma verso un futuro più sereno, un futuro all’interno della nostra società, a cui potranno contribuire, e non più ai suoi margini.

Aiutaci a sostenerli a diventare parte della nostra società.

UVI ONLUS