È UN PO' COME RITORNARE SUI BANCHI DI SCUOLA

Sono a bordo dell’ UVI da ottobre 2002; corso di formazione e a dicembre dello stesso anno arruolata con il primo caso di accompagnamento. Da scuola a Uonpia dalla psicomotricista e poi riaccompagnamento a casa. Tempo dedicato netto circa 3 ore una volta a settimana.


La prima domanda che mi sono posta e’ stata: come mi approccio? E poi, ce la faro’ a stabilire una relazione soddisfacente e a guadagnarmi la fiducia per abbattere le barriere della diffidenza?
Poi, come sempre quando le cose si mettono in moto, gli equilibri si assestano come acqua che scorre e trova da sola il solco. Ora posso dire che il buon senso mi ha aiutata parecchio a sciogliere i nodi che si sono presentati strada facendo.

Da allora ho seguito diversi ragazzi nello studio ( elementari-medie e superiori), c’ e’ stato un incontro speciale con una ragazzina Ucraina che faceva la scuola alberghiera e a cui insegnavo inglese oltre ad altre materie dove di volta in volta denunciava qualche fragilita’.

Il caso che mi appassiona di piu’ e’ comunque sempre l’ ultimo, quello che seguo ora; si tratta di due ragazzi di 3^ media, uno di origini Filippine (A.) l’altro Ecuadoregne (E.), entrambi nati in Italia.
Dopo una partenza in sordina con la sostituzione di un ragazzo Rumeno che la scuola ha ritenuto di ritirare dal progetto e sostituire con E. , adesso funziona a meraviglia.

Sono compagni di banco e fanno squadra, decidono loro che materie approfondire, si aiutano a vicenda e io intervengo su loro richiesta o per coordinarli/stimolarli se li vedo dispersivi.
Ieri mi hanno portato le pagelle; E. ha buoni voti mentre A. ha 3 materie con il 5. Abbiamo stabilito di insistere su quelle per fortificarlo entro la fine dell’ anno scolastico.
Per E. va bene poiche’ non avendo grosse difficolta’ una materia vale l’altra e poi ha nei confronti di A. un atteggiamento protettivo quasi da fratello maggiore nonostante siano coetanei; ha decisamente un atteggiamento da leader per la sua eta’!

Io tengo a precisare loro che non ci sono regole fisse, che siamo li’ per avorare/studiare non importa cosa e che lo scopo e’ dare contenuto al tempo che passiamo insieme.
Poiche’ ritengo che due ore pomeridiane siano un po’ pesanti, divido il tempo in 2 materie e ogni tanto “alleggerisco” facendoli parlare un po’ di se stessi. Li’ noto quanto il tema “accoglienza/ascolto” sia importante; sono ansiosi di raccontare e gratificati di avere un interlocutore che li ascolta parlare a ruota libera, cosa che in termini di tempo non possono avere dagli insegnanti e a volte forse nemmmeno dai genitori.

Sono abbastanza grandi e consapevoli da capire e apprezzare che io sono li’ per loro e mi sembra che ne riconoscano il privilegio.
Per me tutto questo e’ gratificante, stimolante e divertente; e’ un po’ come ritornare sui banchi di scuola!

Vanna

UVI ONLUS